Archeologia

Che cosa è l’archeologia
La parola archeologia deriva dal greco e  significa “discorso sull’antico”, inteso come studio del passato. Questa disciplina studia  in modo scientifico  le civiltà e le culture antiche e  le conseguenti interazioni sull’ambiente circostante attraverso documentazione, raccolta e puntuale analisi delle tracce materiali presenti sul terreno: architetture, monumenti, manufatti, resti biologici e umani.
L’archeologia è una disciplina ausiliaria della storia, che può fornire elementi chiarificatori per un determinato periodo scarso di fonti scritte; ma è anche considerata, specie negli Stati Uniti,  una delle quattro branche dell’antropologia insieme all’etnologia, alla  linguistica e all’antropologia fisica che, insieme, hanno lo scopo di studiare le manifestazioni materiali prodotte dagli esseri umani. Nonostante i diversi approcci, l’archeologia moderna è materia che mette insieme varie discipline generando complessi rapporti di reciprocità che hanno come unico scopo la lettura completa e sistematica del passato creato dagli esseri umani.
Archeologia classica, archeologia industriale e paletnologia sono le discipline in cui si suddivide l’archeologia che studia un determinato periodo o una particolare cultura; mentre archeologia subacquea o sperimentale sono  le discipline che si avvalgono di particolari tecniche d’indagine, così come l’archeologia urbana o l’archeologia teorica studiano particolari problematiche e la numismatica e l’epigrafia si rivolgono a specifici materiali. 

Tecniche di indagine archeologica
Per una indagine archeologica completa è necessaria tutta una serie di attività preliminari allo scavo vero e proprio: dai dati generali sulla storia del territorio  alla ricognizione archeologica di superficie che permette di osservare direttamente la presenza di resti archeologici; dall’analisi della fotografie aeree alle prospezioni geofisiche che utilizzano georadar,  o sonar in ambiente subacqueo.
La tecnica principale utilizzata nella ricerca archeologia è lo scavo stratigrafico, un metodo che permette di riconoscere, attraverso la rimozione di strati di terreno, una sequenza cronologica in successione e contemporaneamente inserire in quella sequenza i materiali che vi sono depositati. Tecniche di rilevamenti e datazione, analisi scientifiche elaborate da altre discipline e l’utilizzo di tecnologia avanzata hanno reso l’archeologia una moderna scienza multidisciplinare.

L’Archeologo
L'archeologo è un professionista qualificato, laureato e specializzato in uno dei tanti settori dell’archeologia. Tra i tanti compiti che deve affrontare nel suo lavoro, l’archeologo svolge tutte quelle azioni preparatorie che dovranno condurlo alla ricerca sul campo; lì affronterà il terreno con uno scavo stratigrafico, ma provvederà anche alla pulizia dei reperti ed alla loro identificazione, fotografando, disegnando e descrivendo tutto il materiale. Poi avrà il compito di catalogare il materiale ritrovato, di provvedere alla conservazione sia dei reperti che dei siti archeologici; curerà l’allestimenti di musei, mostre e cataloghi.
Di solito, l’archeologo svolge la sua attività come dipendente o collaboratore di cooperative di scavi archeologici e musei; opera sotto il controllo delle Soprintendenze ai Beni Archeologici ma in regime di autonomia in quanto incaricato da soggetti appaltanti di uno scavo, o da ditte costruttrici. In questo caso il suo compito assicura una corretta esecuzione dei lavori di scavo  e fornisce l’attivazione di tutti quei provvedimenti di tutela e salvaguardia in caso di rischio archeologico.

Il volontario in archeologia
Molti archeologi sono stati volontari, ma il volontario non necessariamente è un professionista del settore. Il volontario è semplicemente una persona che soffre dello stesso male dell’archeologo: la passione per il mondo antico e per le tracce che gli uomini hanno lasciato, specie su quella porzione di territorio che generalmente corrisponde a quello in cui il volontario è nato e vissuto. Ed è sul territorio che convergono la professionalità da una parte e la disponibilità alla cooperazione dall’altra.
Il volontario che si cimenta con l’archeologia  deve essere disposto ad imparare e studiare come se fosse uno studente, anche se a volte  non ne ha più l’età; lavora in gruppo, anche se spesso non è abituato a farlo; dedica una parte del suo tempo libero alle attività sociali di volontariato; partecipa alle  azioni “sul campo” che gli vengono richieste quindi, al contrario di quello che molti pensano, non opera mai senza le precise direttive di una figura istituzionale incarnata dal rappresentante territoriale della Soprintendenza dei Beni Archeologici, che a sua volta è un professionista del settore. 

« Spinto da un forte desiderio di vedere il mondo, ho consacrato e votato tutto me stesso, sia per completare l'investigazione di ciò che ormai da tempo è l'oggetto principale del mio interesse, cioè le vestigia dell'antichità sparse su tutta la Terra, sia per poter affidare alla scrittura quelle che di giorno in giorno cadono in rovina per la lunga opera di devastazione del tempo a causa dell'umana indifferenza… »
Ciriaco d'Ancona (Ciriaco Pizzecolli 1391–1452), chiamato dai suoi contemporanei “pater antiquitatis” per la sua incessante ricerca delle testimonianze del mondo antico  intesa a “riportare in vita” le tracce del passato, soprattutto romano e greco. Grazie ai suoi viaggi, l’Europa del suo tempo conobbe, attraverso disegni e relazioni, l’acropoli di Atene, i geroglifici e le piramidi, i monumenti della Dalmazia, dell’Epiro,del Peloponneso, di Cipro e Creta, il famosissimo santuario di Delfi.