lunedì 23 gennaio 2017

Il viaggio del Labrum di Bolsena


Tra i tanti monumenti di epoca Imperiale presenti nella nostra città, forse il labrum in granito del Foro è quello più conosciuto. Di questa vasca, destinata ad un uso cultuale, abbiamo le prime notizie letterarie grazie all'opera "Storia di Volseno" dell'Adami (1734).

Attribuita in origine al Tempio di Apollo (mai individuato con esattezza), all'epoca dello scrittore faceva bella mostra di sé di fronte alla collegiata di S. Cristina.
Successivamente il labrum venne spostato sulla via Cassia, di fronte al palazzo comunale e li rimase fino a pochi anni fa, quando venne rimosso per essere traslocato definitivamente nei giardini del   lungolago di fronte al porto.  

Labrum-Sistemazione sul lungolago



E' un monumento in "granito del Foro" di cui si ha la certezza della provenienza: Mons Claudianus, una cava usata dai Romani dal I° al III° sec. d.C., situata in Egitto, a poca distanza dal Mar Rosso.

Notevole è stato il tragitto che questo monumento ha percorso per arrivare da noi: l'opera, una volta terminata, attraversò su carro il deserto per oltre 100km fino ad arrivare al Nilo, da qui navigando sul fiume per oltre 1000km venne trasportata fino al Mediterraneo per poi nuovamente navigare per oltre 2.000km fino alle coste laziali e da qui, nuovamente su carro, fino a Volsinii. 


Ha attraversato millenni di storia e migliaia di chilometri per finire prima in stato di semi-abbandono e coperto da cespugli di rose poi, quasi allontanato dagli occhi che per secoli l'avevano ammirato, spesso fantasticandone l'uso e la provenienza.
Oggi si trova ancora sul lungolago, sempre circondato da cespugli di rose, ma per fortuna leggermente più visibile di qualche anno fa. 




Per maggiori info: "Labra di età romana in marmi bianchi e colorati" - Annarena Ambrogi, 2005 - ed. L'Erma di Bretschneider 
Labrum di Bolsena



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